Associazione Culturale Aristocrazia Europea

lunedì 29 giugno 2015

Intervista a Roberto Jonghi Lavarini.


 
venerdì, giugno 26, 2015    
 
Roberto Jonghi Lavarini, classe 1972, discendente da una famiglia tedesco vallese di antica nobiltà feudale, laurea in Scienze Politiche con tesi in “Araldica e Comunicazione”, cavaliere dell’Ordine dei Santi Maurizio e Lazzaro, membro della Società Genealogica Italiana e del Centro Studi Araldici, soprannominato “barone nero” per la sua militanza politica, è tra i promotori della nuova associazione culturale Aristocrazia Europea
 
Barone, ci parli della vostra nuova iniziativa che ha già suscitato grande interesse... 
 
Premetto, al di là del simpatico soprannome, che sono un semplice decurione di campagna, orgoglioso delle proprie radici “walser”. Esattamente, il titolo spettante, ereditato dai miei antenati, sarebbe quello di “freiherr” che, nella giusta interpretazione tradizionale ed etimologica germanica, significa “uomo libero”, ovvero capo famiglia, in armi, non soggetto ad altra legge ed autorità, se non quella della propria “sippe” (comunità, tribù, villaggio). Preciso anche che sono solo uno dei promotori dell’associazione e che la stessa nulla ha a che fare con la politica. 
 
Prendiamo atto. Come nasce e come affronterà il futuro la vostra fondazione? 
 
Dalla volontà di un gruppo di amici, appassionati cultori e studiosi di storia, tradizioni, araldica e ordini cavallereschi, di preservare il pensiero aristocratico, ed il vero significato di nobiltà. Noi non siamo una classica associazione nobiliare o uno dei tanti sodalizi cavallereschi, legittimi e spesso anche benemeriti, che  rilasciano riconoscimenti, titoli e medaglie. Noi facciamo cultura e ci occupiamo di storia e di filosofia. Disprezziamo e condanniamo i tanti mitomani e truffatori che vendono patacche, quanto quei veri nobili che non si comportano più come tali. 
 
Cosa vuol dire essere Nobili nel 2015? 
 
E proprio per dare una risposta a questo annoso quesito che nasce la nostra associazione. I titoli, gli stemmi e le proprietà delle antiche famiglie italiane, rappresentano un grande patrimonio (storico, culturale, artistico ed identitario) della nostra nazione, assolutamente da tutelare, ma la vera nobiltà è altra cosa. Per noi, ereditare qualcosa non è sufficiente per essere qualcuno, la nobiltà è conquista e merito, selezione e governo dei migliori. L’aristocrazia non è semplicemente cultura e buone maniere, ma sopratutto tradizione, ovvero trasmissione e difesa di valori immanenti, “weltanschauung”, stile di vita, visione del mondo,  
 
Come agite in uno stato in cui l'aristocrazia nobiliare è caduta nel dimenticatoio dopo la Proclamazione della Repubblica? 
 
Noi vogliamo tutelare il patrimonio storico della nobiltà ma anche sostenere il pensiero aristocratico ed il concetto di cavalleria cristiana, ai quali, in tanti si avvicinano, per interesse storico e-o adesione culturale e spirituale, a prescindere dalle proprie origini genealogiche. La nobiltà autentica è, da sempre, una classe aperta, dinamica, in continua evoluzione, non un fenomeno statico o museale. Non a caso, non solo nelle monarchie, ma anche nelle repubbliche esistono degli ordini cavallereschi che premiano i migliori, o almeno così dovrebbero. 
 
Quali sono le vostre opere nel sociale? 
 
Noi non facciamo direttamente volontariato ma sosteniamo attivamente le iniziative dei più importanti e benemeriti ordini cavallereschi: quello Sovrano Militare Ospedaliero di Malta, quello Reale dei Santi Maurizio e Lazzaro e quelli Costantiniani di San Giorgio delle tre legittime obbedienze (di Parma, Napoli e Spagna). Certo è che, per un nobile, aiutare chi ha veramente bisogno (poveri e malati, anziani e bambini) è un preciso dovere (una “condicio sine qua non”) quanto quella di difendere la fede (per noi la Chiesa cattolica), la patria e le legittime case sovrane. 
 

martedì 16 giugno 2015

L'EtnoNazionalismo salvezza dell'Europa dei Popoli.

 
Stiamo tutti assistendo all’empio attacco da parte delle sataniche entità disgregatrici della Sovversione contro l’essenza etno-razziale ed animico-spirituale dell’Europa stessa.

Stiamo tutti vivendo in questi “Tempi dell’Anticristo”, in cui le Oscure Potenze si sono destate e si sono poste al comando di un “piccolo popolo”, predestinato dalle ed alle Tenebre.

Questo tenebroso esercito d’usurai e di stregoni da millenni manovra con odio infernale nelle fosche officine al fine di distruggere la “sostanza sacrale più profonda e pura” che, da sempre, costituisce, per noi Europei, l’Idea stessa di Divino, di Sacro, d’Onore e di Tradizione.

Questo “nucleo valoriale”, è costituito dall’unità sinergica delle “sacre e numinose forze” insite da sempre nella sostanza razziale, spirituale, religiosa, tradizionale dei Popoli Europei.

Dobbiamo capire tutto questo.

Dobbiamo comprendere che è e sarà l’Ideale insito nell’Etnonazionalismo Völkisch, inteso nella sua più profonda accezione metafisica e metapolitica, ossia quale forza colma e feconda promanatrice di queste energie spirituali e forze valoriali, l’unica soluzione possibile. È necessario, pertanto, farsi un’esatta comprensione di ciò che costituisce l’insieme dell’Idealità Völkisch, in quanto costituirà in profondità l’unica alternativa metafisica e spirituale a questo conflitto.

Sarà una Crociata contro le Forze Occulte che si combatte e si combatterà su tutti i fronti e su molteplici livelli dell’essere: quello dello Spirito, quello dell’Anima e quello Corporeo. Sarà una battaglia “contro i Principati e le Potestà, contro i dominatori di questo mondo di tenebra, contro gli spiriti del male”.

La lotta sarà dura. Sarà totale e senza compromessi. Ma alla fine le Forze del Male saranno distrutte e precipiteranno per non alzarsi mai più.

Un’ultima immane battaglia ci attende, dunque. Essa sarà la più difficile, eppure la più feconda, la più bella, la più santa. Essa sarà la battaglia per il Volk e per l’Anima razziale in nome del nostro credo in Dio e nella Sua Europa Perenne.

F. Prati

lunedì 8 giugno 2015

ORNAVASSO - NATERS 2015

 
Edizione 2015 del tradizionale gemellaggio fra i comuni di Ornavasso (Verbania, Piemonte, Italia) e Naters (Briga, Vallese, Svizzera), Heimat ancestrale della comunità Walser di Urnafasch.