Associazione Culturale Aristocrazia Europea

mercoledì 26 settembre 2012

L'antica lingua germanica del popolo Walser.

La lingua dei Walser è indubbiamente il carattere più distintivo di questa popolazione, l'aspetto che più di ogni altro - costume, architettura, diritto - identifica e contraddistingue l'appartenenza a questa etnia. Essa fa parte di un gruppo specifico definito “ höchstalemannisch”, cioè alemanno superiore, di chiara derivazione tedesca; più precisamente viene detta "titsch" o "titschu" ad Alagna, Formazza, Macugnaga e Gressoney,"töitschu" ad Issime e "tittschu" a Rimella. Nel corso dei secoli la lingua originale si è diversificata, subendo molte mutazioni, dovute all'interazione con le parlate locali delle varie aree d'insediamento; già nel 1839 il germanista Albert Schott riuscì a riconoscere differenze tra i vari idiomi Walser, giungendo a definire quello di Gressoney come il più aderente alla lingua originaria, mentre le parlate di Alagna, Rima e Rimella apparivano già più "corrotte" dall'Italiano; l'idioma di Formazza e Macugnaga era invece più influenzato dal contiguo Vallese. Per comprendere l'evoluzione di questa lingua, oltre alle contaminazioni subite nelle diverse zone d'insediamento, bisogna inoltre ricordare che essa veniva perlopiù tramandata oralmente, non essendo stati trasmessi - almeno per i primi secoli - testi scritti: è necessario giungere fino al 1700 per incontrare le prime testimonianze cartacee sotto forma di lettere di emigranti o di documenti manoscritti dai parroci Walser. In particolare l'influenza degli uomini di Chiesa fu decisamente determinante per l'adozione della lingua Italiana o l'uso di quella Walser: basti pensare che proprio nel 1839 Monsignor Balbis Bertone della Diocesi di Novara redasse un " Piccolo Catechismo " in tedesco, da impiegarsi nelle Parrocchie frequentate da questa etnia; bisognò attendere fino al 1845, anno in cui in Alagna Don Gnifetti si prodigò affinchè l'Italiano sostituisse l'idioma Walser nelle prediche e nelle confessioni. È innegabile comunque che la tradizione orale fu sempre mantenuta viva all'interno dei vari nuclei familiari, soprattutto per merito delle donne e degli anziani, intenti nelle sere d'inverno a raccontare preghiere, filastrocche e leggende ai piccini, riuniti per l'occasione nel caldo tepore della "stube". Pur con tutte le comprensibili variazioni, la lingua Walser conserva ancor oggi alcune caratteristiche comuni, tra cui: - la presenza di tre generi: maschile, femminile, neutro - i casi: nominativo, genitivo, dativo ed accusativo - la declinazione del sostantivo e dell'aggettivo - l'uso del verbo ausiliario "tun" (fare) nella coniugazione dei verbi Attualmente sono in corso molti progetti di recupero e valorizzazione di questo antico idioma, anche mediante la compilazione di dizionari e testi d'apprendimento destinati a studenti d'ogni età. Quella che avete davanti è un’opera nuova, e, nonostante la veste e il titolo volutamente semplici, ambiziosa. È un atlante linguistico di nuova generazione, che sfrutta le potenzialità dell’analisi tramite banche dati e della cartografazione tematica assistita dal calcolatore. È poi la prima presentazione sinottica di tutte le parlate alemanniche a sud delle Alpi, che permette comparazioni immediate e l’individuazione di aree linguistiche e culturali, e allo stesso tempo offre proposte di spiegazione e etimologiche a cura dei migliori specialisti di questo campo di studi. Abbiamo dunque riportate su carte geografiche le varianti delle diverse comunità (tutti i paesi walser italiani e del Canton Ticino) di parole tipiche della vita tradizionale montana e walser, raccolte appositamente da ricercatori che hanno per il momento privilegiato gli ambiti della casa e della vita quotidiana. Le parole che costituiscono il titolo di ogni carta si possono scegliere dalla pagina iniziale: la scelta porta ad una prima schermata in cui le forme sono distribuite su una carta geografica; queste forme si possono anche ascoltare dalla voce dei parlanti reali, così come è possibile accedere a contenuti illustrativi (fotografie, stimoli per l’inchiesta e così via). Un apposito pulsante conduce alla schermata di approfondimento, dove la mappa mostra, diversamente colorate, le aree linguistiche e culturali individuate dalla parola scelta, di cui si offrono classificazione e commento etimologico e ergologico. È dunque un’opera che permette la personale esplorazione del mondo lessicale walser, e che si rivolge sì allo specialista di linguistica e antropologia, ma anche e forse soprattutto alla persona curiosa, agli scolari, ai membri della comunità: ed è il primo tassello di una grande banca dati del lessico walser, che continua ad essere raccolto e ampliato, perché possa essere conservato e trasmesso alle generazioni future. Motori dell’iniziativa sono Federica Antonietti e Monica Valenti dello Sportello walser di Formazza; hanno collaborato scientificamente Marco Angster (Università di Torino), Silvia Dal Negro (Università di Bolzano/Bozen), Vittorio Dell’Aquila (Università di Vasa [Finlandia]), Anna Giacalone Ramat (Università di Pavia), Gabriele Iannàccaro (Università di Milano-Bicocca), Matteo Rivoira (Università di Torino). Descrizione approfondita del progetto Ringraziamenti: al Comitato scientifico; al Coordinamento del Progetto; agli operatori culturali degli Sportelli Walser: Federica Antonietti, Monica Valenti (Formazza) Fernanda Debernardi e Davide Filiè (Alagna), Paola Borla (Rimella), Gabriella Thedy (Gressoney Saint-Jean), Elisabeth Favre (Gressoney La trinité), Barbara Ronco (Issime); alle Associazioni Walser: in particolare all’Associazione Walserhaus Gurin e al Presidente Raffaele Sartori con Giorgio Filippini, al Museo Walserhaus (Bosco Gurin) alla sua curatrice Cristina Lessmann-Della Pietra con la collaborazione di Adrian Stähli (Unversità di Berna); ai Comuni Walser delle località interessate dal Progetto in particolare al Comune di Macugnaga e a Roberto Marone. Un ringraziamento particolare a: Vittorio Dell’Aquila per la realizzazione del data-base e delle cartine geo-linguistiche Inoltre si porge un sentito ringraziamento a tutti gli informatori: Alagna: Pietro Ferraris, Albino Ghigher, Marcella Giordano, Caterina Rimella, Marco Stainer, Giampiero Viotti. Bosco Gurin: Cristina Lessmann-Della Pietra. Formazza: Aldo Anderlini, Giulio Antonietti, Vittoria Antonietti, Mario Antonietti, Ada Bacher, Anna Maria Bacher, Osvaldo Bacher, Luigi Bucchi De Giuli, Leo Ferrera, Gina Imboden, Silvana Imboden, Adriana Janner, Laura Matli, Luigi Matli, Liliana Scilligo, Augusta Valci, Egidio Valci. Gressoney: Eugenio Squindo, Otto Welf, Marco Favre, Rudy Mehr, David Mercedes. Issime: Gemma Alby, Irene Alby, Vittoria Busso, Lea Consol, Renata Linty, Imelda Ronco, Alfredo Ronco, Giuseppina Ronco, Barbara Ronco. Macugnaga: Clementina Corsi, Palmo Corsi, Felice Iacchini, Maria Iacchini, Roberto Marone, Edoardo Morandi, Emilia Morandi, Giuseppe Oberto, Maria “Jucci” Ruppen. Rimella: Dino Cusa, Claudio Rinoldi, Gelindo Rinoldi, Piera Rinoldi, Ada Vasina, Arlette Vasina. Salecchio: Secondo D’Andrea

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