La
Fraternità Sacerdotale San Pio X, fondata da S.E. Monsignor Marcel Lefevbre, è
una “società di vita comune senza voti”, ovvero una istituzione internazionale riconosciuta
ufficialmente dalla Chiesa Cattolica, dal Vaticano, dal Diritto Canonico. Il 1
novembre 1970, il preposto Monsignor Charriere ne firmava il decreto di
fondazione, la erigeva nella Diocesi di Friburgo e ne approvava ufficialmente gli
statuti. A questo decreto faceva seguito,
il 18 febbraio 1971, da Roma, una lettera di incoraggiamento del Cardinale
Wright, Prefetto della Congregazione per il Clero. A causa della sua Fedeltà
alla Tradizione, della sua opposizione ai nefasti errori del Concilio Vaticano
II, essa fu vittima di campagne denigratorie ed ingiuste persecuzioni da parte
di alcuni esponenti progressisti della gerarchia ecclesiastica. Sua Santità Papa
Benedetto XVI, con il Motu Proprio del 14 luglio 2007 riconosceva che la Messa
tradizionale, detta di S. Pio V, non è mai stata abrogata e che ogni sacerdote
può celebrarla. Lo stesso Pontefice, con il Decreto del 21 gennaio 2009, dopo
avere incontrato, a Roma, il Superiore Generale, affermava solennemente che “i
Vescovi della Fraternità S. Pio X non sono né scismatici, né scomunicati”. Le
Messe ed i Sacramenti impartiti dai Sacerdoti “tradizionalisti lefevbriani”
sono, quindi, assolutamente validi, sotto ogni punto di vista, formale e
sostanziale, giuridico e religioso. La Fraternità è in forte crescita ed
espansione in tutto il mondo: già presente in 65 nazioni, con oltre un migliaio
di religiosi (fra sacerdoti, monaci, frati, suore e seminaristi), 750 cappelle,
6 seminari (in primis quello di Econe nella Svizzera Vallese), 2 università, un
centinaio di scuole (di vario ordine e grado), circa diecimila volontari laici
impegnati in attività culturali, sociali e di apostolato, oltre duecentomila
fedeli sostenitori e stabili frequentatori della Santa Messa Tradizionale in
Latino. La sede storica e principale della Fraternità è nella Svizzera Vallese, nel seminario tradizionalista di Econe. L’elezione del nuovo Pontefice Francesco, al quale, peraltro, sono
giunte le preghiere e gli auguri della Fraternità, ha, almeno per ora, di
fatto, rallentato le trattative in corso per raggiungere l’auspicata “piena
comunione” con la Chiesa di Roma che prevedevano la revoca della “sospensione a
divinis” ed una nuova forma giuridica che tutelasse l’autonomia e la
specificità della missione della pia e benemerita istituzione fondata da
Monsignor Lefevbre. www.sanpiox.it
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