Associazione Culturale Aristocrazia Europea

martedì 27 novembre 2012

Emigrazione WALSER in nord Italia.

In Italia comunità walser sono presenti in Piemonte (in Valsesia e nell'Ossola) e in Val d'Aosta (nella valle del Lys e anticamente nell'alta val d'Ayas). L'emigrazione del XIII secolo, sulle cui motivazioni gli studiosi non hanno ancora raggiunto una spiegazione unanime e condivisa, avvenne probabilmente per una serie di cause concomitanti: La sovrappopolazione delle terre dell'Alto Vallese, che spinse i coloni Walser alla ricerca di nuovi pascoli per il loro bestiame e di terre incolte da sfruttare. Le condizioni climatiche particolarmente favorevoli (periodo medioevale caldo), che resero possibile la sopravvivenza anche a quote elevate: i ghiacciai si erano ritirati e molti valichi alpini erano percorribili per gran parte dell'anno. Si riscontrano evidenti tracce di questi passaggi nell'alta Valtournenche al rifugio Teodulo, e al colle delle Cime Bianche, testimonianze abbastanza evidenti del passaggio di queste popolazioni e delle condizioni climatiche più favorevoli di quel periodo. Gli incentivi offerti ai coloni walser da parte dei signori territoriali (nelle zone piemontese e valdostana soprattutto i conti di Biandrate e alcune grandi istituzioni monastiche) delle terre da colonizzare, che favorirono la creazione di nuovi insediamenti con la promessa di libertà personali e di un favorevole trattamento fiscale. Il più antico documento scritto oggi conosciuto relativo alla fondazione di un insediamento walser risale al 10 maggio 1253 e riguarda la colonia di Bosco Gurin, nel Canton Ticino. Distribuzione territoriale dei dialetti alto-alemanni Nei secoli successivi il clima cambiò radicalmente: alla fase di optimum climatico medievale fece seguito la cosiddetta Piccola era glaciale. I ghiacci tornarono ad avere la meglio e a coprire per molti mesi l'anno i valichi alpini. Diminuirono gli scambi tra le valli, si ridussero i pascoli d'alta quota a disposizione, calarono sensibilmente le rese agricole. Le singole comunità restarono isolate e le popolazioni walser furono costrette in molti casi ad abbandonare le tradizionali attività legate all'agricoltura e all'allevamento del bestiame, spingendo molti uomini ad emigrare in cerca di lavoro. Nel corso dell'Ottocento, in mancanza di legami stabili tra le diverse colonie walser, gli studiosi pensarono che i walser fossero i discendenti dei soldati di una legione romana composta da tedeschi costretta da eventi bellici sfavorevoli a stabilirsi sulle Alpi. Solo un'attenta analisi dei dialetti alto-tedeschi da loro utilizzati permise di collegare le comunità walser italiane con le popolazioni che vivevano nell'alto Vallese.

Nessun commento:

Posta un commento